"L'animo mio, per disdegnoso gusto, credendo col morir fuggir disdegno, ingiusto fece me contra me giusto."(Inf. XIII; 70-72) Problema: Non fare territorio Parola chiave: Non sentirsi difesi nel proprio territorio / Difendere il territorio
Conquistare il proprio posto nel mondo. Il
territorio in natura è uno spazio che si percepisce come proprio e dove
ci si sente al sicuro. Chi non è in grado di accaparrarsi uno spazio
vitale vive in uno stato di perenne allerta, che gioco forza si traduce
in diffidenza verso il prossimo visto come un competitor all'occupazione
del territorio o come usurpatore. Un conflitto di territorio procura un
profondo disorientamento che sfocia in vari squilibri. Questo rimedio è
una guida che aumenta la percezione del sé e aiuta sentirsi più sicuri.
Come pionieri quando
veniamo al mondo cerchiamo il nostro spazio vitale, il territorio ove
manifestare il nostro ego e costruire la nostra identità. I confini del
corpo, come i muri della nostra casa e anticamente il territorio di
caccia e di insediamento del clan, sono spazi inviolabili. Bisogna
imparare a difendere il proprio spazio vitale affermando la propria
identità. Il modo di intendere il territorio è diverso tra femmina e
maschio. A livello ancestrale nelle strutture patriarcali come la
nostra, il territorio per la donna è rappresentato dal nucleo famigliare
(nido), mentre per l'uomo è esteso all'affermazione di sé nella società
(branco). Lo spazio vitale è come ci percepiamo, se
abbiamo una buona considerazione di noi stessi esso ci soddisferà, se ci
sentiamo svalutati lo vedremo indifeso e insoddisfacente. Spesso si
cade nell'errore di misurare noi stessi rapportandoci a quanto ci
valutano gli altri, così cerchiamo di ottenere l'approvazione di chi ci
circonda mettendo in secondo piano il nostro volere. La
difesa dello spazio vitale implica il rispetto per il nostro corpo
fisico, per le nostre emozioni, i nostri desideri, i nostri bisogni e
l'ambiente in cui viviamo. Problematiche genealogiche, di eredità, conflitti nel lavoro e con il vicinato sono tipica espressione di questo problema. Organi e tessuti coinvolti nel problema Dotti biliari, epatici, pancreatici, intestino retto, intestino sigma, ano, vescica urinaria.
Rimedio a base di: Ortica e Noce Azioni sul piano fisico Tonica-astringente,
antinfiammatoria delle mucose, vaso-costrittrice, emostatica,
antianemica, depurativa, diuretica, eliminatrice dell'acido urico,
anti-reumatica, anti-infettiva, drenante e tonica del fegato,
antidiarroica, stomachica, cicatrizzante, revulsiva (uso esterno). Indicazioni Coadiuvante
in caso di: dolori colici, epatopatie, alterazioni glicemiche, ulcere
gastriche, ulcere sanguinanti, epistassi, rinite allergica e cronica,
cisti sebacee, neurofibromi, perdita di sensibilità, gonfiore
addominale, emorroidi sanguinanti, emorroidi interne, oliguria,
poliuria, enuresi, amenorrea, metrorragie. Riequilibrio sul piano energetico Senso
di invalicabilità del proprio territorio, senso di sicurezza e forza
interiore, fiducia verso gli altri, aumento della capacità di
adattamento, ancoraggio.
Ingredienti Ortica (foglie, fiore, succo), Noce (gemmoderivato, fiore). Descrizione botanica e habitat
Ortica:
pianta erbacea perenne con caule eretto da 50-200 cm, a forma
quadrangolare e con rizoma strisciante più o meno pubescente, rivestito
di peli urticanti come il resto della pianta. I peli trasparenti e
incolori sono sparsi sulla superficie delle foglie e degli steli, hanno
una forma di ampolla fragilissima che si spezza al minimo urto liberando
le sostanze irritanti (acido formico e tossine di natura albuminoide).
Noce:
è una pianta originaria dell'Asia (pendici dell'Himalaya), introdotta
in Europa in epoca antichissima, ora è diffusa in tutto il mondo. È un
albero vigoroso, caratterizzato da tronco solido, alto, diritto,
portamento maestoso; presenta radice robusta e fittonante. Le foglie
sono caduche, composte, alterne. È una pianta monoica in cui i fiori
maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi
stami, che appaiono sui rami dell'anno precedente prima della comparsa
delle foglie. I fiori unisessuali femminili schiudono da gemme miste
dopo quelli maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi,
appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente alle foglie.
Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo) carnoso, fibroso,
annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso, costituito da
due valve che racchiudono il gheriglio. È sensibile a ristagni idrici e
stress idrici; non tollera i terreni pesanti, asfittici, mentre resiste
anche ad elevato tenore in calcare. Teme gli eccessi termici (caldo e
freddo).
Modo d'uso Adulti: da 10 a 30 gocce due o tre volte al giorno prima dei pasti diluito in acqua. Bambini: da 5 a 10 gocce due volte al giorno diluito in acqua. |