"Già
cieco, a brancolar sovra ciascuno, e due dì li chiamai, poi
che fur morti: poscia, più che 'l dolor potè 'l digiuno."
(Inf. XXXIII; 73-75)
Problema: Senso di
privazione Parola chiave: Privazione / Abbondanza
Per rinunciare al cibo occorre prima sperimentare l'abbondanza.
L'istinto di sopravvivenza è il fondamento della vita, la
ricerca del cibo e dell'acqua ne sono la prima espressione. In
realtà il cibo è energia vitale e la mente umana lo identifica
anche negli affetti e nel denaro o in ciò che con esso si può
acquistare. La percepita mancanza di cibo, nelle sue varie
forme, crea un senso di privazione persistente che sfocia in
squilibri sia fisici che esistenziali. Questo rimedio è una
guida che ci aiuta a colmare lo stato di privazione
trasformandolo in abbondanza.
L'inquadramento psichico di un soggetto avente questo problema è
la continua percezione di un pericolo associato alla primordiale
paura di morire di fame. Questa percezione può avere origini
lontane e non sempre se ne è consapevoli, ma la biologia del
corpo umano è in grado di replicare a questo impulso
autonomamente anche se le risposte biologiche possono risultare
indesiderate, peggiorative e addirittura possono divenire
malattie. Le principali forme mentali ad esso
associate sono: - Insoddisfazione
generalizzata.
- Fame compulsiva e tendenza
all'accumulo (di cibo, beni e denaro): il nostro corpo prova
in questo modo a colmare il senso di privazione.
- Al
contrario, inedia e tendenza a vivere in ristrettezza;
l'organismo non riuscendo a placare il senso di privazione,
si adatta ad un regime di percepita carestia.
-
Qualsiasi forma di dipendenza.
La fame è collegata al senso di vuoto nello stomaco che diventa
a volte vuoto esistenziale. Dall'esigenza di sedare la fame
nasce l'emozione dell'aggressività. Il senso di privazione può
creare aggressività (per procacciare cibo) o inedia (per
risparmiare energie in un periodo di carestia). Gli "altri"
allora appaiono alla persona afflitta da questo problema come
competitori che vogliono accaparrarsi le scarse risorse
disponibili. Da ciò possono scaturire sentimenti di paura,
associati alla percezione di messa in pericolo della propria
esistenza. Anche la sete è associata al senso di
privazione e viene identificata dall'organismo come un bisogno
di liquidi. Il cibo è energia vitale quindi la sua
mancanza implica una profonda insoddisfazione, un senso di vuoto
che logora la nostra autostima causando ulteriori problemi. Per
interrompere questo circolo vizioso è essenziale portare nella
vita un senso di abbondanza colmando così definitivamente la
privazione percepita. Organi e tessuti
coinvolti nel problema Fegato, intestino tenue
(digiuno/ileo), pancreas (isole di Langerhans, cellule alfa e
beta), dotti biliari epatici e pancreatici.
Rimedio a base di: Trigonella, Cripto marino,
Arancio dolce e Arancio amaro.
Azioni sul
piano fisico Ricostituente, rimineralizzante,
anabolizzante, ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante,
epatoprotettivo, galattogeno.
Indicazioni Coadiuvante in caso di:
-
Perdita di peso, sovrappeso, squilibri epatici e pancreatici
-
Per via orale: astenia, convalescenza, deperimento organico,
inappetenza, magrezza, anemia, ipercolesterolemia, diabete
tipo II, ipogalattia, epatopatia, fame nervosa.
-
Topico: ascessi, foruncolosi.
Riequilibrio sul piano energetico Favorisce la
sensazione di abbondanza e appagamento, il superamento della
paura associata alla privazione, riduce l'ansia e la
depressione. Ingredienti
Trigonella / Fieno greco (semi), Cripto marittimo (foglie),
Arancio dolce (olio essenziale), Arancio amaro (olio
essenziale). Descrizione botanica e
habitat
Trigonella:
Pianta erbacea foraggera annua della famiglia delle leguminose
che conta oltre 12000 specie diverse, diffusa nelle regioni
temperate e subtropicali. Cresce bene su terreni sabbiosi.
Presenta un fusto eretto, semplice o ramificato a partire dalla
base; raggiunge i 60 cm di altezza. Le foglie sono composte da
tre piccole foglioline superiormente dentate ed ovali. I fiori
si trovano all'ascella delle foglie e sono di colore giallo
chiaro, vivaci, la cui forma ricorda una bocca aperta. Il frutto
è un legume che contiene da 10 a 20 semi duri romboidali, di
colore giallo scuro e di sapore amaro.
Critmo
marittimo: Pianta rizomatosa, presenta fusti robusti e
ramificati alti fino a 60 cm. Le foglie sono alterne e
succulente, 2-3 pennatosette, con lamina divisa in segmenti
lanceolati. Le infiorescenze sono a forma di ombrelle con 20-30
raggi che portano fiori giallo-verdognoli. Erbacea perenne
originaria delle regioni europee mediterranee. In Italia è
diffusa lungo le zone costiere.
Arancio
dolce: albero da frutto della famiglia delle Rutaceae
con foglie allungate e carnose, fiori bianchi e oli eteri molto
profumati. I frutti sono bacche dal tipico colore arancio. Viene
coltivato in tutta la zona mediterranea, ma è originario
dell'Asia meridionale.
Arancio
amaro: è un agrume ed un albero del genere Citrus, si
differenzia da quello dolce (Citrus sinensis) per le spine più
lunghe all'ascella e per il colore più scuro delle foglie, per
un profumo più intenso delle foglie e dei fiori, per la buccia
più colorata e più ruvida del frutto, ma soprattutto per il
particolare gusto dolceamaro della polpa.
Modo d'uso Adulti: da 10 a 30 gocce tre volte
al giorno prima dei pasti diluito in acqua. Bambini: metà
dose. |